Intro
Il Gargano ha una storia antica tutta da scoprire, il suo meraviglioso paesaggio, tra mare, foresta, antiche città e grotte marine, è stato un territorio abitato fin dagli albori della civiltà che nel tempo ha subito dominazioni romane, normanne, borboniche; invasioni di pirati turchi, veneziani e slavi; luogo di culto e pellegrinaggio medioevale prima che luogo di turismo. In questo articolo faremo una piccolo viaggio attraverso i secoli per raccontarvi al meglio la storia del nostro bellissimo territorio.
Il suo paesaggio calcareo, con le sue grotte e i suoi rifugi naturali e l’abbondanza di nascondigli nella foresta, ha incoraggiato l’uomo a stabilirsi qui sul Gargano fin dalla preistoria.
I primi segni dell’uomo sul Gargano
Le tracce dell’Uomo di Apricena (1.500.000 anni fa), trovate in una cava a Pirro vicino alla città di Apricena appunto, sono alcune delle prime prove dell’esistenza umana in Europa.
Nella grotta Grotta Pagliacci, vicino a Rignano Garganico, furono realizzate scoperte paleolitiche vitali: più di 45.000 scoperte datate 11.000 anni fa, tra cui scheletri, focolari, graffiti su pietra e ossa, utensili in pietra e straordinari dipinti murali – il più antico in Italia – e molte raffigurazioni di cavalli.
Importanti sculture in pietra risalenti al tardo Paleolitico furono ritrovate nel Rifugio di Sfinalicchio vicino alla spiaggia di Scialmarino, tra Peschici e Vieste. Altri graffiti sulla roccia appaiono nella Grotta di Tommasone a Cagnano Varano (a sud della città, vicino alla Valle di San Giovanni) e nella Grotta dell’Angelo su Monte Devio, vicino a San Nicandro Garganico.
Nel Neolitico arrivarono nuove popolazioni dalla costa della Dalmazia (attuale Croazia), aumentò la popolazione e si stabilirono più insediamenti. I villaggi cominciarono a creare una fitta rete di scambi commerciali e culturali con le culture degli Appennini e dell’Egeo. Ciò è accentuato dalla scoperta di utensili in ceramica e pietra. Tuttavia furono i Dauni nell’età del bronzo che si stabilirono sul Gargano, dando vita ad una civiltà completamente nuova, fortemente marcata dalla spiritualità e dai culti religiosi. Numerose necropoli con vari tipi di sepolture sono state scoperte nella zona. Con centinaia di tombe di roccia risalenti a circa 2.600 anni fa, la necropoli del Monte Saraceno, vicino a Mattinata, è uno dei siti archeologici più importanti del Gargano e di tutta la Puglia.
Durante il periodo dei Dauni, a causa di questo paesaggio selvaggio pieno di grotte e sommerso nella roccia, il Gargano incominciò ad essere considerato una “montagna santa”. Ciò ha portato alla creazione di santuari, templi e luoghi sacri, i primi segni di uno spirito religioso che doveva accogliere la diffusione del cristianesimo nel periodo paleocristiano e incoraggiare la formazione di un importante itinerario di pellegrinaggio nel Medioevo.
Nel tardo VI secolo A.C. il territorio del Gargano fu influenzato dalla civiltà greca, portando nuove abitudini e un atteggiamento più ricettivo alle influenze esterne. I Romani arrivarono nella seconda metà del IV secolo A.C. quando gli insediamenti Dauni si affiancarono ai romani nelle lotte contro i Samniti. Grazie alla fertile terra e dal commercio del mare, la città di Sipontum (Manfredonia), fondata dai Dauni, divenne una colonia romana, formando un vero e proprio ponte verso Oriente. Nel I secolo A.C., la città di Merinum (Vieste), menzionata anche da Plinio, era un importante centro per la produzione di olio d’oliva e di vino aromatizzato con la resina dei pini d’Aleppo.
La rovina e la distruzione provocata dalla guerra gotica (535-553 D.C.) scatenò una crisi irreversibile nell’amministrazione romana e nel modo in cui l’area era stata organizzata. Gli scontri frequenti tra Slavi e Saraceni incoraggiarono l’aumento di una nuova cultura paesaggistica fatta di interi villaggi e edifici scavati dalla roccia. Alcuni degli antichi insediamenti rocciosi sono ancora visibili nei quartieri di Peschici vecchia, il nucleo medioevale di Vico del Gargano e nel famoso Rione Junno a Monte Sant’Angelo.
Furono i vescovi bizantini i fautori della rinascita spirituale e civile delle città del Gargano, in particolare Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto. Ha fondato la chiesetta di San Michele e ha avviato quella particolare forma di pellegrinaggio che ha dato a Monte Sant’Angelo e al Gargano stesso un posto nel mondo antico nel culto di San Michele. L’antica iconografia dell’Arcangelo Michele, raffigurata come un soldato alato pronto a lottare contro il male, incoraggiava anche i Longobardi a convertirsi al cristianesimo. A poco a poco, si sviluppò un percorso noto come Via Micaelica, un viaggio religioso che portò alla Grotta di San Michele cavalieri medievali e pellegrini da tutta Europa.
La conquista normanna dell’Italia meridionale portò un periodo di stabilità politica in queste terre, una condizione che ha incoraggiato un generale e diffuso rilancio economico e sociale, soprattutto nelle città intorno alla costa. Nel Gargano, questo nuovo fervore ha portato ad edifici con un nuovo linguaggio artistico, completamente diverso dallo stile bizantino e che incarnarono le caratteristiche dell’arte romanica pugliese. Esempi raffinati sono le chiese di Santa Maria Maggiore e di San Leonardo di Siponto, la cattedrale di Vieste, la chiesa di Santa Maria Maggiore e il Battistero di San Giovanni a Monte Sant’Angelo, vicino a San Nicandro e l’abbazia di Santa Maria a Mare alle Isole Tremiti.
Il periodo di dominazione sveva portò a cambiamenti nella società e nel paesaggio: il progressivo allargamento del territorio introdusse la costruzione di castelli e fortezze, il consolidamento del castello di Monte Sant’Angelo e la costruzione dei castelli a Vico del Gargano, Vieste, Carpino e San Nicandro, eretti durante il periodo normanno (XI – XII sec.).
Per molti secoli la costa del Gargano è stata sottoposta a frequenti attacchi e saccheggi da parte di pirati turchi. Secondo la leggenda una delle più terribili incursioni si è svolta a Vieste nel 1554: un noto pirata, Dragut Reis, decapitò migliaia di suoi abitanti. Anche la città di Manfredonia fu saccheggiata e bruciata nel 1620, da qui la costruzione della complessa rete di torri costiere costruite su tutta la costa del Gargano.
Durante un breve periodo di dominazione francese, dal 1806 al 1815, il Gargano sperimentò una sovversione del sistema feudale, quando i terreni finora utilizzati per il pascolo e il bosco vennero suddivisi per essere coltivati. Durante questo periodo sono stati implementati schemi di miglioramento del terreno anche nell’area paludosa intorno a Siponto, ma i risultati di questa politica di rinnovamento furono meno efficaci del previsto, anche perché incontrarono resistenza da parte di nobili locali e di grandi proprietari terreni.
Anche dopo l’unificazione italiana, un’economia arretrata, i disordini sociali e la povertà continuavano a dominare le città del Gargano. L’isolamento naturale del promontorio ha incoraggiato la gente a mantenere le proprie abitudini e stili di vita tradizionali, rallentando il processo di modernizzazione e sviluppo. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando gli emigranti iniziarono a mandare denaro a casa e apparirono i primi segni del turismo, avvenne un graduale processo di trasformazione. Oggi, grazie al turismo, attirato dal mare e dal paesaggio straordinariamente bello, il Gargano è diventata una sotto-regione tra le più ricche del sud Italia.